Cavatelli al sugo (Castellaneta)
Intervista a Rosa Covelli
Realizzata da Serena Barberio
Stamattina ti sei svegliata presto per cucinare?
Sì sì, abbastanza. Ho fatto i servizi prima e poi mi sono messa a cucinare.
Quanto tempo impieghi per la cucina?
Non tanto perché io sono semplice ( preparo piatti semplici).
Dove vai di solito a fare la spesa?
Nei dintorni, vicino a casa. Supermercati vicino casa e negozi.
Hai dei fornitori di fiducia?
Sì sì.
Che cosa significa per te avere fiducia in un fornitore?
L’amicizia e la fiducia perché ci trattiamo e vado sempre da loro.
Oggi per esempio cosa hai comprato?
I pomodori, il basilico, la farina per fare i cavatelli, e altra spesa come pane, come capita.
Di solito cosa ti piace cucinare e cosa ti riesce meglio?
Pasta asciutta, il ragù, brasciole, polpette e pasta al forno.
Oggi cosa cucini?
I cavatelli con il cacio, sugo di pomodori freschi passati perché non ne vogliono pelle. Durante la preparazione dei cavatelli le viene chieste “cosa stai facendo adesso”, lei risponde “i cavatelli si fanno con l’acqua bollente e farina bianca a piacere. Semplice!
Chi ti ha insegnato a cucinare?
Mia nonna, quando ero bambina.
Ti hanno obbligata o è stata una tua scelta?
No no, non mi ha obbligato nessuno, lo facevo con piacere.
Adesso chi ti aiuta in cucina?
Da sola, non ne voglio aiuto.
Secondo te, negli ultimi anni è cambiata la dieta alimentare?
Sì, però sta quella tradizionale sempre.
Cosa significa “tradizionale”?
Cose di stagione, legumi, quando è il tempo della zucchina, delle melanzane. Cose fuori stagione non ne compro. Quando stanno i piselli, le fave e le cicorie, sempre di stagione… cose congelate no.
Per esempio, questa pietanza è cambiata nel tempo?
No no, questa c’è stata sempre da anni e anni.
È una ricetta del tuo paese?
Sì, la fanno tutti i tarantini. I cavatelli, le orecchiette pure. Io preferisco i cavatelli.
Per te cosa significa “tipico”?
Comprare le cose del posto, del paese quando viene il mercato, a me piace andarci. Cose genuine.